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18 Novembre 2020
Io certe volte, mi confesso, devo dire la verità, mi fa anche rabbia dirlo, certe volte mi arrabbio, le dico “basta non fare così”. Però io dico che forse non siamo preparati, secondo me ci vuole anche una preparazione per poter stare accanto a queste persone.”

La figlia di una persona con demenza

Ciao! In questo articolo vorrei iniziare a spiegarti uno dei disturbi comportamentali più frequenti nella persona con demenza: le domande ripetitive che ci pone in continuazione

Questo comportamento può far innervosire molto il caregiver, che potrebbe pensare che la persona o non stia ascoltando o che lo stia facendo di proposito.

In realtà, spesso, la persona ha invece dimenticato di averlo chiesto (o ha dimenticato ciò che le avete detto) poiché la sua memoria non è più in grado di immagazzinare gli eventi recenti. In altri casi invece, queste domande possono essere legate ad altri fattori.

Quindi cosa fare per non esplodere?

Prima di tutto valutate sempre che non ci sia un motivo esterno (per un approfondimento su questo tema clicca qui); una volta fatto questo dovete valutare se il problema della persona è dato dalla sua memoria o da altri fattori.

Per fare questa distinzione ponete alla persona una domanda di chiarimento (ad esempio: se la persona chiede spesso <>, la domanda da porre è <>) se la risposta è <> o <<è quello che ti sto chiedendo>>, molto probabilmente si tratta del problema di memoria di cui vi ho parlato sopra.

Per risolvere questa problematica provate ad eseguire i tre seguenti passaggi:

  1. Trova una risposta che soddisfi la persona (ad esempio: << alle 15:30 >>).
  2. Visto che la persona non può “immagazzinare internamente” l’informazione, è bene scriverla su un supporto esterno (ad esempio un biglietto, una lavagnetta etc.). E’ importante che il supporto esterno si trovi in un luogo che sia di facile raggiungimento, ad esempio nel portafogli o sul deambulatore.
  3. Far fare pratica alla persona con demenza nel recuperare il messaggio: invece che risponderle direttamente, potete provare a portare la persona dove c’è il messaggio (o a indicarglielo) e poi a chiederle di leggere la risposta.
  4. Poi ditele: << È giusto. Ogni volta che vuoi sapere la risposta a (domanda) la troverai qui.>> Con un po’ di pratica la persona sarà in grado da sola di andare a “cercare” la risposta.

Chiaramente questa tipologia di risposta è utile quando la persona non ricorda cosa avete risposto.

Nel caso in cui invece, la persona ricordi cosa vi ha chiesto e/o cosa avete risposto le cause delle domande ripetitive possono essere legate a fattori come il bisogno di attenzione, rassicurazione e contatto sociale

Questi tre bisogni, tendono ad essere espressi con ripetitività dalle persone perché non vengono soddisfatti nell’immediato.

Ad esempio: se un anziano suona spesso il campanello della camera, magari all’inizio ci si va sempre, ma quando ci si rende conto che non c’è nulla in particolare la nostra frequenza di risposta diventa più bassa. Questo fa si che l’anziano suoni sempre più spesso, anche solo per avere compagnia o per essere rassicurato del fatto che se dovesse suonare qualcuno arriva.

Come risolvere questo tipo di comportamenti?

  1. Non rinforzate il comportamento ripetitivo. Cercate di verificare quale sia il bisogno realmente espresso e rispondete a questo bisogno. Per l’esempio che vi ho fatto sopra potete entrare in camera e verificare che sia tutto a posto per poi dire << ripasso tra poco >>.

    ATTENZIONE: questo non significa ignorare la richiesta, ma NON RINFORZARLA.

  2. Fornite un rinforzo quando il comportamento non sta avendo luogo: le persone con demenza devono imparare che possono soddisfare questi bisogni anche senza dover ripetersi in continuazione. Sempre nel nostro esempio di prima, si dovrebbe andare dalla persona quando questa non sta suonando. In questo modo rinforziamo il soddisfacimento del suo bisogno ma senza rinforzare il comportamento ripetitivo.
  3. Offri attività significative per la persona con demenza, in particolare quando noti che il comportamento ripetitivo viene messo in atto in un preciso momento della giornata. Ti ricordo che, quando le persone sono impegnate in attività significative, tendenzialmente non mettono in atto comportamenti disfunzionali.

    Ad esempio, quando la persona chiede incessantemente di qualcuno che non c’è più è inutile rispondere con la realtà dei fatti, questo perché la persona è convinta che chi sta cercando esista in questo tempo (se ti chiedi perché parlo di tempo prova a spulciare nei post precedenti). Possiamo però guardare insieme le fotografie di questa persona e farci raccontare le storie che la riguardano (in questo modo stiamo anche stimolando la memoria!).

Come puoi notare, ogni disturbo comportamentale ha diverse cause, la cosa più importante da fare è quindi quella di comprendere le cause e lavorare su di esse.

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Claudia Cerutti
Claudia Cerutti

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