claudia-psicologa-claudia-psicologa-claudia-psicologa-claudia-psicologa-
  • HOME
  • CLAUDIA
  • SERVIZI
  • BLOG
  • CONTATTI
18 Febbraio 2021
“Quando si andava anche a cena, le volte nelle pizzerie, insomma, all’inizio io mi vergognavo, devo essere sincera, soprattutto all’inizio, nella fase in cui non si sapeva bene cosa c’era, non c’era stata la diagnosi, non si sapeva bene come poter fare per gestirlo.”

La moglie di una persona con demenza

Ciao! In questo articolo vorrei parlarti del disturbo comportamentale più comune: l’aggressività nella persona con demenza.

Ci sono due tipi di comportamento aggressivo che la persona può mettere in atto in situazioni che per noi possono essere anche di poco conto:

  • Aggressività verbale: si manifesta con insulti, parolacce, bestemmie etc.
  • Aggressività fisica: la persona picchia, graffia, morde, scalcia etc.

Questi comportamenti possono mettere a dura prova i caregiver sia a livello emotivo che pratico.

In questi casi è importante ricordare che l’aggressività è quasi sempre “la reazione difensiva verso qualcosa da cui il malato si sente minacciato”.

Le cause che possono scatenarla sono:

  • Frustrazione
  • Ansia
  • Paura
  • Malessere fisico
  • Danno cerebrale (nelle fasi più avanzate della patologia)
  • Uso improprio di farmaci

I comportamenti aggressivi compaiono frequentemente quando vogliamo mettere in atto alcune manovre assistenziali, come l’igiene, il bagno o la vestizione. Tutte queste operazioni implicano un contatto con il corpo della persona che può essere vissuto come un’invadenza o una violenza (in particolare se siamo operatori sanitari, e quindi sconosciuti). Inoltre, può capitare che sia l’acqua a non essere riconosciuta e quindi avvertita come qualcosa di estraneo, così come tutti i gesti che accompagnano il lavaggio.

Voi vi fareste toccare il corpo (nudo) da un estraneo, con movimenti che per voi non hanno alcun senso logico? Io no!

Cosa fare quindi?

  • Ricordati che il comportamento aggressivo non è intenzionale: non sta consapevolmente investendo la sua rabbia su di te, si tratta dell’ESPRESSIONE DI UN DISAGIO;
  • Cerca di capire quale sia la causa del suo comportamento (in questo modo potrai prevenire attacchi d’ira futuri);
  • Mantieni la calma;
  • Non fargli la predica sul comportamento da tenere;
  • Non discutere sulle motivazioni che ti presenta (se te ne presenta);
  • Evita gli atteggiamenti di sfida e i tentativi di coercizione fisica;
  • Bada alla tua incolumità (fai in modo di avere una via di fuga);
  • Semplifica i suoi compiti (ad esempio chiedigli di fare una sola cosa per volta);
  • Cerca di distrarlo con attività che possono essere interessanti;
  • Se non ottieni risultati con il punto precedente prova a lasciarlo solo, lasciagli il tempo di smaltire un po’ la rabbia e poi in caso riprova.

In questo modo potrai (nel tempo) capire quali sono le cause che scatenano il comportamento aggressivo nel tuo caro e cercare di arginarlo il più possibile.

Se l'articolo ti è stato utile commentalo o condividilo!

condividi
Claudia Cerutti
Claudia Cerutti

Related posts

neuroni
13 Ottobre 2021

Le fasi della malattia di Alzheimer


Read more
18 Maggio 2021

L’identikit del caregiver


Read more
18 Marzo 2021

I disturbi del sonno nella persona con demenza


Read more

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Contatti

Tel

+39 350 112 0291

E-mail

info@claudiaceruttipsicologa.it

Studio

Carpenedolo

© 2024 Dott.ssa Claudia Cerutti Psicologa | P.IVA 04166850984 | Tutti i diritti riservati. | Privacy policy | Cookies Policy
      1
      Powered by Joinchat
      Ciao!
      Come posso aiutare?
      Apri la chat